I semi del pino sono utilizzati e largamente apprezzati fin dal Paleolitico. In Anatolia centrale, i Frigi, popolo indoeuropeo, intorno al 1000 a.C . li utilizzavano per preparare del vino. In Grecia erano protagonisti in celebrazioni propiziatorie di fertilità, venendone gettati le pigne ancora chiuse in fosse scavate in terra a simboleggiare la fecondazione. In epoca romana sono innumerevoli i riferimenti ai pinoli come afrodisiaci tanto che persino Ovidio nella sua Ars Amatoria ne scriveva gli elogi indicandoli come mezzo per favorire l'attività amorosa. Anche Plinio descrive le proprietà dei pinoli, indicandoli utili a calmare la sete, alleviare i bruciori di stomaco e fornire un sensibile aiuto in caso di debolezza delle parti maschili. Ovviamente i loro usi si estendevano anche alla cucina, serviti insieme a formaggi piuttosto che utilizzati nella preparazione di ripieni, salse e creme.

Ricchi di proteine e di fibre, sono un ingrediente fondamentale del pesto genovese, del castagnaccio, di torte e strudel.

In Europa i maggiori tipi di pinoli coltivati sono quelli derivanti dai semi del Pinus Pinea o del Pinus Cembra e sono utilizzati a seconda della loro presenza sul territorio, Pinus Pinea nelle zone mediterranee, Pinus Cembra nelle zone di montagna. Hanno alto contenuto di grassi insaturi, eccellenti quantità di acido linoleico e di vitamina E; sono giustamente considerati ottimi antiossidanti e valevoli contrastanti di stress e stanchezza psicofisica. Ottimi per ridurre il rischio di patologie cardiovascolari, sono importanti fornitori di ßcarotene, molecola fondamentale anche per mantenere in salute ottimale gli occhi.

Compagnia del Pesto Genovese utilizza solo pinoli nazionali da coltivazioni controllate e protette che garantisco un prodotto al giusto grado di maturazione, lavorati secondo natura.